Salute

Vertigini, potrebbe essere colpa di questo virus diffusissimo: il collegamento inaspettato tra i sintomi

vertigini come fareLe cause più comuni delle vertigini e la loro classificazione(www.associazionegeofisica.it)

Le vertigini rappresentano un disturbo comune che può influire significativamente sulla qualità della vita.

Questi sintomi possono variare da pochi secondi a giorni e sono spesso accompagnati da nausea, vomito, mal di testa o disturbi neurologici. Le nuove evidenze mediche confermano che le vertigini possono derivare da cause periferiche, legate all’orecchio interno, o centrali, di natura neurologica, e che la diagnosi e il trattamento tempestivi sono fondamentali per la gestione efficace di questo disturbo.

Le vertigini periferiche sono le più frequenti e sono causate da alterazioni dell’orecchio interno, organo cruciale per l’equilibrio. Fra le principali cause vi sono la vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB), la labirintite, la neurite vestibolare e la malattia di Ménière. La VPPB, in particolare, si manifesta con brevi episodi di vertigine scatenati da movimenti specifici della testa, dovuti allo spostamento di cristalli di ossalato di calcio (otoliti) nei canali semicircolari dell’orecchio interno. Gli attacchi possono essere accompagnati da nausea e nistagmo, ovvero movimenti oculari involontari.

La labirintite è un’infiammazione che interessa il labirinto dell’orecchio interno, spesso di origine virale e talvolta batterica, con sintomi che includono vertigini intense, nausea, vomito, perdita dell’udito e acufeni. La neurite vestibolare, invece, è l’infiammazione del nervo vestibolare che può causare vertigini improvvise e instabilità, generalmente senza compromissione uditiva.

Un’altra causa significativa è la malattia di Ménière, una patologia rara dell’orecchio interno caratterizzata da episodi ricorrenti di vertigini prolungate, associati a iperpressione dei liquidi nell’orecchio, diminuzione dell’udito e acufeni. Gli attacchi possono durare da due a tre ore e ripresentarsi a intervalli variabili.

Le vertigini centrali invece originano da disfunzioni a livello cerebrale, coinvolgendo strutture come il cervelletto o il tronco encefalico. Fra le cause figurano emicrania, sclerosi multipla, tumori cerebrali, ictus o attacchi ischemici transitori, e anche alcuni farmaci possono provocare vertigini centrali come effetto collaterale. La distinzione tra vertigini periferiche e centrali è fondamentale, poiché le implicazioni cliniche e le strategie terapeutiche differiscono notevolmente.

Diagnosi e valutazione clinica delle vertigini

La valutazione medica delle vertigini si basa su una dettagliata anamnesi e su esami obiettivi volti a identificare la natura e la gravità del disturbo. Il medico raccoglie informazioni riguardo alla tipologia di sintomi, durata degli episodi, fattori scatenanti e associati e impatto sulla vita quotidiana. Esami specifici possono includere test per valutare l’equilibrio, la funzione vestibolare e, se necessario, esami neurologici e audiologici.

In presenza di sintomi quali mal di testa atipico, febbre alta, deficit neurologici (disturbi del linguaggio, debolezza agli arti, perdita della vista), vomito persistente o storia di ictus, è indispensabile un’immediata valutazione specialistica. L’otorinolaringoiatra e il neurologo rappresentano figure chiave per approfondire la diagnosi e pianificare il trattamento.

terapie farmacologiche

Terapie non farmacologiche e approcci innovativi nel trattamento delle vertigini (www.associazionegeofisica.it)

Il trattamento delle vertigini varia in base alla causa sottostante e alla gravità dei sintomi. Nei casi di VPPB, la manovra di Epley rappresenta una tecnica di riabilitazione vestibolare molto efficace. Questo procedimento consiste nell’esecuzione di una serie di movimenti controllati della testa per riposizionare gli otoliti dislocati all’interno dei canali semicircolari, alleviando la sensazione vertiginosa. Recenti studi confermano che la manovra può portare a una risoluzione completa in tempi relativamente brevi, anche se in alcuni casi sono necessari più trattamenti.

Per condizioni come la labirintite e la neuronite vestibolare, la riabilitazione vestibolare è un supporto fondamentale, mirata a migliorare la compensazione del sistema nervoso centrale e ristabilire l’equilibrio. L’attività fisica mirata e graduale, sotto la guida di specialisti, aiuta a ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi vertiginosi.

Nei casi di malattia di Ménière, oltre alla terapia farmacologica per il controllo degli attacchi, vengono raccomandate modifiche dello stile di vita, come una dieta a basso contenuto di sale per diminuire la pressione endolinfatica nell’orecchio interno. La gestione integrata può includere anche la terapia di supporto per nausea e vomito e, in casi selezionati, interventi chirurgici o procedure specifiche per ridurre la gravità degli episodi.

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