Salute

Il pericolo infarto arriva già a quest’età insospettabile: il piccolo segnale che non va mai sottovalutato

pericolo infartoPericolo infarto da giovani - Associazionegeofisica.it

Casi in aumento tra i giovani: sintomi spesso atipici e sottovalutati rendono fondamentale la prevenzione e il riconoscimento precoce dei segnali d’allarme.

L’infarto miocardico acuto, noto comunemente come attacco di cuore, rappresenta ancora oggi una delle emergenze mediche più critiche e frequenti nel nostro Paese e nel mondo. Ogni anno, in Italia si registrano circa 120.000 nuovi casi, con una mortalità che si attesta intorno all’11%, percentuale destinata a migliorare grazie ai progressi nella prevenzione, diagnosi e terapia. Tuttavia, un dato allarmante emerge dall’esperienza clinica recente: l’infarto può colpire anche a età molto giovani, come dimostra il caso di Neena Chauhan, una donna di 27 anni che ha subito un attacco miocardico dopo aver ignorato alcuni sintomi comuni. Questo episodio sottolinea l’importanza di riconoscere tempestivamente i segnali premonitori, spesso sottovalutati.

I segnali d’allarme e i sintomi meno noti dell’infarto

L’infarto si manifesta generalmente con un dolore toracico intenso, definito angina pectoris, che può irradiarsi a spalle, braccia, mascella e schiena. Questo dolore è spesso descritto come una stretta o una morsa, accompagnata da sudorazione fredda, nausea e stanchezza improvvisa. Tuttavia, nei giovani e nelle donne, i sintomi possono essere meno evidenti o atipici: sono frequenti dolori addominali, bruciore di stomaco, capogiri e sensazioni di stordimento. Nel caso di Neena Chauhan, questi segnali comuni ma poco specifici sono stati ignorati per settimane, portando a un evento acuto che avrebbe potuto essere evitato con un intervento tempestivo.

Riconoscere i segnali precoci dell’ischemia miocardica è cruciale poiché la tempestività nell’accesso alle cure riduce drasticamente la mortalità e le complicanze. L’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come metà dei pazienti colpiti da infarto muoiano prima di raggiungere l’ospedale, mentre la mortalità scende al 10-15% tra coloro che arrivano in tempo e ricevono cure adeguate.

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Infarto: sintomi precoci – Associazionegeofisica.it

L’evento infartuale è quasi sempre legato all’aterosclerosi, una condizione in cui le arterie coronarie si restringono a causa dell’accumulo di placche lipidiche. La rottura di queste placche induce la formazione di un trombo che può ostruire il flusso sanguigno, causando ischemia e necrosi del muscolo cardiaco. Anche lo spasmo coronarico, indotto da sostanze come la cocaina, può provocare infarto, sebbene sia una causa meno comune.

I fattori di rischio sono distinti in modificabili e non modificabili. Tra quelli non modificabili troviamo l’età, il sesso e la familiarità. Il rischio cresce con l’avanzare degli anni, e gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne fino alla menopausa, momento in cui il rischio femminile si avvicina a quello maschile per il calo degli ormoni protettivi. La storia familiare di malattie cardiovascolari aumenta la predisposizione individuale.

I fattori modificabili, invece, sono legati allo stile di vita e sono la chiave della prevenzione. Tra questi spiccano il fumo di sigaretta, la sedentarietà, l’alimentazione scorretta, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito e l’ipercolesterolemia. Intervenire su questi aspetti può ridurre significativamente il rischio di infarto.

La diagnosi si basa innanzitutto sull’analisi dei sintomi e sulla storia clinica, integrata da esami strumentali fondamentali come l’elettrocardiogramma (ECG), utilizzato per identificare alterazioni caratteristiche dell’ischemia e dell’infarto. L’analisi del sangue per il dosaggio delle troponine e di altri marcatori cardiaci consente di confermare la presenza di danno miocardico. L’angiografia coronarica, esame invasivo ma altamente diagnostico, permette di localizzare l’ostruzione coronarica e pianificare il trattamento.

Il trattamento d’emergenza punta a ripristinare il flusso sanguigno il più rapidamente possibile. Le opzioni comprendono la somministrazione di farmaci trombolitici, l’angioplastica coronarica con impianto di stent e, in casi selezionati, il bypass aorto-coronarico. Farmaci come aspirina, nitroglicerina, beta-bloccanti e statine completano la terapia, contribuendo a stabilizzare il paziente e prevenire ulteriori eventi.

La tempestività è determinante: intervenire entro i primi 60-90 minuti dai primi sintomi può dimezzare la mortalità e ridurre il danno cardiaco irreversibile. Per questo motivo, in presenza di anche un solo segnale sospetto, è fondamentale chiamare immediatamente il numero di emergenza 118 o recarsi al pronto soccorso più vicino.

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