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Come la siccità sta cambiando il futuro dell’agricoltura e delle risorse idriche

Come la siccità sta cambiando il futuro dell’agricoltura e delle risorse idricheCome la siccità sta cambiando il futuro dell’agricoltura e delle risorse idriche

L’emergenza siccità si fa sempre più pressante nel presente e proietta ombre preoccupanti sul futuro del nostro pianeta. Le conseguenze di una carenza d’acqua prolungata si manifestano non solo nell’ambiente naturale, ma anche nel settore energetico e nelle dinamiche sociali, mettendo a dura prova la capacità di adattamento delle società moderne.

Siccità e crisi idrica: un problema globale in espansione

Negli ultimi decenni, la frequenza e la durata degli eventi di siccità sono aumentate sensibilmente, con un incremento del 29% in vent’anni a livello mondiale. Secondo le Nazioni Unite, nessun Paese è ormai immune a questa emergenza, che interessa oggi più di 2,3 miliardi di persone alle prese con una situazione di stress idrico. Le proiezioni sono allarmanti: entro il 2040 un bambino su quattro vivrà in aree gravemente carenti d’acqua e entro il 2050 circa tre quarti della popolazione mondiale potrebbero sperimentare condizioni di siccità, con effetti devastanti sull’agricoltura, l’ecosistema e le migrazioni umane.

In Italia, il quadro è emblematico, con il fiume Po che vive la sua peggior crisi degli ultimi 70 anni, secondo l’Autorità di Bacino. La riduzione delle riserve idriche ha impatti diretti sull’agricoltura e sulla produzione di energia, oltre a evidenziare una crescente desertificazione del territorio. L’eco-ansia legata a questa realtà si manifesta anche nelle scene quotidiane, come quella di anatre che arrancano nella melma anziché nuotare nelle acque del grande fiume.

Il futuro incerto dell’idroelettrico in un mondo assetato

La siccità rappresenta una minaccia diretta anche per una delle fonti di energia rinnovabile più importanti: l’idroelettrico. Nel primo semestre del 2023, la produzione globale di energia idroelettrica ha subito un drastico calo dovuto alla scarsità di precipitazioni, con una perdita di 177 TWh rispetto all’anno precedente. Questo dato emerge da un’analisi del think tank Ember, che rileva come la crescita delle energie eolica e fotovoltaica (+14,3%) non sia stata sufficiente a compensare la riduzione e a ridurre le emissioni complessive di gas serra.

In Italia, l’idroelettrico copre il 36% delle energie rinnovabili e il 9% della produzione totale di energia, ma negli ultimi anni la sua quota è diminuita soprattutto a causa della siccità nel bacino del Po, che concentra il 74% degli impianti nazionali. Francesca Casale, ricercatrice del Politecnico di Milano, evidenzia come la situazione futura sia legata alle variabilità climatiche: alcune aree potrebbero vedere un calo significativo della produzione, altre un leggero aumento, ma un dato certo è la riduzione dell’acqua disponibile nei mesi estivi, quando la domanda energetica è più alta. Inoltre, in estate l’acqua a disposizione viene prioritariamente destinata all’agricoltura, limitando ulteriormente l’uso idroelettrico.

Nonostante queste difficoltà, l’idroelettrico rimane una risorsa fondamentale per la transizione energetica, grazie alla sua capacità di bilanciare la variabilità delle fonti rinnovabili intermittenti come il solare e l’eolico. Gli impianti a pompaggio permettono infatti di immagazzinare energia, ripompando l’acqua nei bacini superiori per produrre elettricità nei momenti di picco di domanda. La manutenzione e l’ottimizzazione degli impianti esistenti, molti dei quali risalgono agli anni ’60, sono quindi cruciali per non disperdere un potenziale energetico prezioso.

Strategie e tecnologie per affrontare la siccità: dal cloud seeding all’adattamento

Per fronteggiare la crisi idrica, alcuni Paesi hanno tentato soluzioni innovative come il cloud seeding o semina delle nuvole, tecnica che prevede l’irrorazione di particelle di ioduro d’argento nell’atmosfera per favorire la condensazione e la pioggia. Recentemente, l’Iran ha sperimentato questa pratica sopra il lago di Urmia, un bacino fortemente ridotto dalla crisi idrica, ma con risultati incerti e controversi, dato che le precipitazioni potrebbero essere state causate da sistemi nuvolosi naturali.

Gli esperti sottolineano come il cloud seeding abbia un’efficacia limitata, soprattutto in assenza di umidità atmosferica sufficiente, e che non sia in grado di creare pioggia dal nulla. Tuttavia, la tecnica può aumentare la probabilità e l’intensità delle precipitazioni in condizioni favorevoli, e trova applicazioni più efficaci nella produzione di neve artificiale per il turismo invernale.

In parallelo, la comunità internazionale insiste sull’urgenza di strategie di mitigazione e adattamento climatici. Le Nazioni Unite hanno inaugurato il Decennio per il Ripristino degli Ecosistemi, puntando su pratiche di agricoltura rigenerativa, il recupero della materia organica nel terreno, la lotta all’erosione e il contenimento del consumo di suolo. L’approccio circolare alla gestione dell’acqua, che include il riutilizzo e l’efficienza, diventa imprescindibile per garantire la sostenibilità delle risorse idriche.

La resilienza delle comunità dipenderà sempre più dalla capacità di adattarsi a scenari climatici mutevoli, facendo tesoro di ogni goccia d’acqua e investendo in infrastrutture e tecnologie intelligenti per la gestione dell’acqua e dell’energia.


Le sfide poste dalla siccità sul futuro energetico e ambientale sono complesse e interconnesse, richiedendo un mix di innovazione tecnologica, politiche lungimiranti e consapevolezza sociale per affrontare un mondo in trasformazione.

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