La tempestiva individuazione dei sintomi e il monitoraggio periodico delle persone a rischio sono fondamentali.
Il carcinoma epatocellulare, ossia il tumore primario del fegato, rappresenta una sfida clinica significativa, soprattutto per la difficoltà di riconoscerne precocemente i sintomi, spesso sottovalutati o confusi con disturbi meno gravi.
Le ultime evidenze mediche confermano che la diagnosi tempestiva è cruciale per migliorare le prospettive di sopravvivenza, che, secondo dati aggiornati, si attestano intorno al 18,4% a cinque anni nella popolazione statistica americana, simile a quella italiana.
Fattori di rischio e sintomi insospettabili del tumore al fegato
Il tumore al fegato si sviluppa prevalentemente a partire dagli epatociti e il suo insorgere è favorito da molteplici fattori di rischio. Tra i più noti figurano l’infezione cronica da virus dell’epatite B e C, l’abuso di alcol, la cirrosi epatica, l’emocromatosi, l’obesità e il diabete. In particolare, la cirrosi, spesso derivante da epatite cronica o consumo eccessivo di alcol, è presente nella maggior parte dei casi di carcinoma epatocellulare.
Spesso, però, il tumore si manifesta con sintomi che non destano immediatamente preoccupazione, quali:

Attenzione a questi sintomi – associazionegeofisica.it
- dolore sordo o senso di pesantezza nella parte destra superiore dell’addome,
- gonfiore addominale,
- stanchezza inspiegabile.
Questi segnali, apparentemente banali, possono nascondere un serio pericolo se accompagnati da altri disturbi come ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi), prurito, feci pallide e urine scure. È fondamentale che chiunque li noti si rivolga tempestivamente a un medico per approfondimenti diagnostici.
Diagnosi e strumenti diagnostici per il carcinoma epatocellulare
La diagnosi del tumore epatico si basa su un iter complesso che integra esami clinici e strumentali. L’esame obiettivo consente di valutare eventuali masse o ingrossamenti del fegato e della milza, mentre gli esami del sangue includono la misurazione dell’alfa-fetoproteina (AFP), un marcatore tumorale che, sebbene non sempre elevato, può indicare la presenza di neoplasia epatica.
Per confermare la diagnosi, si ricorre a tecniche di imaging avanzate come:
- la tomografia computerizzata (TAC) con mezzo di contrasto,
- la risonanza magnetica (RM),
- l’ecografia epatica.
In casi selezionati, può essere eseguita una biopsia epatica per l’analisi istologica.
Prevenzione e gestione del rischio
La prevenzione del carcinoma epatico passa attraverso il controllo dei fattori di rischio. La vaccinazione contro l’epatite B, obbligatoria in Italia dal 1991, rappresenta una misura efficace per ridurre l’incidenza di tumore nei giovani.
Inoltre, è consigliato evitare l’abuso di alcol, mantenere un peso corporeo sano mediante alimentazione equilibrata e attività fisica regolare, e adottare comportamenti sicuri per prevenire infezioni da epatite C.
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